La costellazione del Delfino - Stelle degli Iblei

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La costellazione del Delfino

Una leggenda ripresa in alcune monete siracusane del 480 a.C.


Prima pubblicazione Luglio 2013 - Aggiornamento Giugno 2017 - © Giada Scarnato
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Nome italiano: Delfino
Nome latino: Delphinus
Forma genitiva: Delphini
Abbreviazione: Del

delfino



E’ una piccola costellazione boreale che copre 189 gradi quadrati di cielo e che si può osservare dall'estate all’autunno. La sua caratteristica è la graziosa forma romboidale con un’appendice di tre/quattro stelle formanti un triangolo, verso sud.
Tutti i popoli del passato vi hanno scorto un delfino, anche gli Arabi che, pur vedendo in essa un cammello, la chiamarono “Al-Dulfin” (contemporaneamente la denominarono pure “Al-Salib” ovvero la croce).
Presso i Greci si narra la leggenda che Arione, il giovane musico di Lesbo, si mise in viaggio verso l’Italia con una nave diretta a Corinto; l’equipaggio, volendogli rubare le ricchezze che trasportava con sè, lo costrinse a gettarsi in mare dove, però, grazie ad un branco di delfini, riuscì a salvare se stesso e i suoi beni. Approdato, poi, sulle coste dell’Italia meridionale, vi fondò, sempre secondo la stessa leggenda, la città di Taranto.
Questa leggenda è ripresa in antiche monete siracusane del 480 a.C. nelle quali è raffigurato un Delfino cavalcato da un giovane uomo.
Ovidio riporta un’altra leggenda: si narra che Nettuno inviò un delfino per scoprire dove si trovasse il rifugio presso il quale Anfitrite si nascondeva per sfuggirgli.
Diversamente gli Ebrei videro in questa costellazione il Delfino che inghiottì Giona prima che questi acquistasse il dono della profezia.
Nel luglio del 1967, con un semplice binocolo, il maestro di scuola G. E. Alcock, un astrofilo inglese, scoprì una inusuale stella “nova” a decorso fotometrico eccezionalmente lento. Sulla nova, denominata Nova Delphini 1967, sono state eseguite spettrografie che hanno mostrato l’espulsione di quattro distinti involucri di gas.



In questa pagina si parla di come individuare le costellazioni nelle 4 stagioni.

delfino


Sono cinque le stelle più importanti dell’asterismo oltre ad alcune variabili.

α Del: è una stella giovane e calda, 160 volte più luminosa del Sole e da questo distante 272 a.l. circa., di colore bianco/blu, magnitudine 3.8 circa e tipo spettrale B8.

β Del: appare di magnitudine 3.7 circa, risultando leggermente più luminosa della α; in realtà è una doppia fisica le cui componenti molto ravvicinate (circa 0.6"-0.7”) possono essere separate solo con grandi telescopi (almeno 150 mm di apertura). Entrambe le componenti sono del tipo presolare, di colore giallo, di magnitudine rispettivamente 4.0 e 5.0 circa; la secondaria orbita intorno alla primaria con un periodo di 26.6 anni.

La α e la β Del vennero entrambe riportate dall’abate Piazzi, nel 1814, nel suo catalogo con i nomi rispettivamente di Sualocin e Rotanev. Nomi curiosi ma che letti al contrario danno il nome proprio Nicolaus Venator (latinizzazione di Niccolò Cacciatore), fedele compagno e assistente di Piazzi all’Osservatorio di Palermo, del quale ne divenne, dopo di lui, il direttore.

γ Del: è una bella doppia fisica facilmente osservabile (10” è la separazione angolare); la componente principale, di colore quasi arancione, ha magnitudine 4.3 circa e tipo spettrale K1, la secondaria, di colore giallo/verdastro, ha magnitudine 5.1 circa e tipo spettrale F6. La loro distanza dalla Terra è 112 a.l. circa.

ε Del: è un astro di colore bianco e magnitudine 5.4.

κ Del: è una doppia ottica di magnitudini rispettivamente 4.5 e 11.


Tra le variabili ricordiamo:

δ Del: una variabile pulsante con magnitudine massima di 4.38 e minima di 4.49.

EU Del: una variabile semiregolare di colore rosso sangue e con una magnitudine che varia tra la 5.8 e 6.9 con un periodo di 60 giorni.

U Del: anch’essa una variabile semiregolare e anch’essa di colore rosso sangue; ha una magnitudine oscillante tra 7.6 e 8.9.

CT Del: una variabile irregolare la cui magnitudine è compresa tra 6.8 e 8.5.


Fra gli ammassi e le nebulose citiamo:

NGC 6905: nebulosa planetaria che appare come una debole nube di 40” di diametro e di dodicesima magnitudine. E' conosciuta anche col nome di Blue Flash Nebula.

NGC 6891: nebulosa planetaria di forma molto ellittica con magnitudine 10.

NGC 6934: ammasso globulare già visibile con un 80 mm e che ha magnitudine pari a 9.

NGC 7006: ammasso globulare che dista da noi 180 mila a.l. circa e la cui magnitudine è di 11.5.

In questa pagina trovi un elenco delle costellazioni con il nome latino e quello italiano, l'abbreviazione e la forma genitiva.

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