Meravigliosi Monti Iblei - Geografia, natura, paesaggi, bellezza dei Monti Iblei - Stelle degli Iblei

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Meravigliosi Monti Iblei

Geografia, Natura, Paesaggi, Bellezza...





Ottobre 2016 - © Felice Placenti
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Se ancora non sai dove si trovano i Monti Iblei prendi la cartina della Sicilia e guarda in basso a destra: i Monti Iblei occupano la cuspide sud-orientale dell'Isola. Prova a usare la cartina sottostante, appositamente predisposta con Google Maps.




Isola delle Correnti

Questo territorio costituisce il sistema montuoso più meridionale d'Italia, infatti attraverso le sue propaggini collinari più australi termina nella punta prospiciente l'Isola delle Correnti (in foto), nel territorio di Portopalo di Capo Passero. Al di là dell'Isola delle Correnti, più a Sud, c'è soltanto il Mar d'Africa.
Sappi anche che alcune parti dell'Africa si trovano più a Nord; in particolare la parte settentrionale della Tunisia.

Per i geologi i Monti Iblei rappresentano la parte più settentrionale del continente africano. Potremmo dire, infatti, che la crosta continentale africana si inabissa sotto il Canale di Sicilia (Mar d'Africa) e riemerge in corrispondenza delle Isole Pelagie, dell'Arcipelago Maltese e, appunto, in corrispondenza della regione iblea.


I confini

Adesso proviamo ad inquadrare meglio il territorio dei Monti Iblei.
Per fare questo abbiamo bisogno di una cartina sufficientemente dettagliata. Puoi sempre usare quella che trovi qui sopra e sfruttare i tasti + e - per ingrandire e rimpicciolire...

L'area iblea ricade all'interno di tre province: quella di Siracusa, quella di Catania e quella di Ragusa.

Innanzitutto notiamo che il territorio ibleo è delimitato a Est dalla costa bagnata dal Mar Ionio. Questo limite costiero si estende dalla Piana di Catania (a Nord) all'Isola delle Correnti (a Sud).
Se non hai mai visitato la costa siracusana, e soprattutto Siracusa, allora ti sei perso uno dei mari più belli del mondo, un territorio ricco di meraviglie naturali e con una storia millenaria. Luoghi dove la storia si confonde con il mito e il mistero (Aretusa, Alfeo, Ciane, i papiri, la poesia bucolica...).

A Nord il confine degli Iblei è costituito dalla Piana di Catania, irrigata da fiumi importanti, come il Simeto (il fiume più lungo della Sicilia), il Dittaino, il Gornalunga. Un po' più a Sud, vi è la Piana di Lentini, in cui scorre il fiume San Leonardo.

A Nord-Ovest il Fiume Caltagirone (o dei Margi) separa i Monti Iblei dai Monti Erei. In questa zona di confine puoi trovare l'importante città di Caltagirone, famosa per le sue meravigliose ceramiche.

A Ovest e Sud-Ovest il confine è rappresentato dalla Piana di Gela, bagnata dal Mar d'Africa. Quest'ultimo costituisce anche il confine meridionale dell'area iblea.


La geologia

Bene, adesso che sappiamo dove si trovano i Monti Iblei e quali sono i loro confini possiamo iniziare a conoscerli un po' meglio.
Queste montagne sono costituite da rocce carbonatiche e da rocce vulcaniche. Gli Iblei si sono formati lentamente e a più riprese a partire da oltre 200 milioni di anni fa (periodo Triassico), quando l'area iblea era occupata da vulcani sottomarini che, in alcuni punti, affioravano dando origine ad un arcipelago di isole vulcaniche. Il vulcanesimo Ibleo ha preceduto la nascita dell'Etna.
In particolare le rocce più antiche che affiorano nella parte orientale, nella zona di Augusta, di Siracusa e di Portopalo di Capo Passero, si sono formate nel Cretacico e sono di natura vulcanica (lave basaltiche). Queste rocce sono ricoperte in più punti da strati sedimentari carbonatici.

Nei territori settentrionali la natura vulcanica ha plasmato i paesaggi. Inizialmente si è trattato di eruzioni submarine, come testimoniano le lave a cuscino, dette anche "lave a pillows". A queste eruzioni sono seguite colate subaeree. Qua e là si osservano anche sedimenti e strati calcarei e marnosi.

A occidente affiorano formazioni sedimentarie con belle stratificazioni. In alcune zone si rinvengono noduli e strati di selce che nella preistoria hanno permesso lo sviluppo di "primitive" attività estrattive per la produzione di arnesi. Queste formazioni non sono solo molto antiche (circa 50 milioni di anni), ma anche molto belle.  A tal proposito è molto interessante il territorio di Licodia Eubea.


Sulla geologia del territorio di Licodia Eubea ho scritto un articolo che puoi trovare a questo link.


Valle del Tellaro

Un po' più a Sud troviamo le bellissime colline marnose della Valle del Tellaro (in foto) e i Pantani Costieri che seguono la costa da Noto, affascinante capitale del Barocco, a Portopalo di Capo Passero e da qui a Pozzallo. A tal proposito non posso sottacere di una perla importantissima dell'area costiera iblea: la Riserva Naturale Orientata di Vendicari. Si tratta di un insieme di stagni costieri che un tempo furono saline, un'antica tonnara e la bella Torre Sveva che serviva per l'avvistamento dei corsari. Un ambiente di straordinaria bellezza che da' ristoro ad una ricca fauna composta, soprattutto, da uccelli migratori e stanziali.

Infine all'estremo occidente troviamo le piane di Vittoria e Gela, formate da sedimenti marini più recenti (solo circa 2 milioni di anni).

Le formazioni calcaree hanno fatto assumere agli Iblei una tipica conformazione a tavolati: pianori e altipiani, separati da scarpate e interrotti qua e là da strette e tortuose valli fluviali.



Ho scritto un piccolo reportage sulla Valle del Tellaro, se sei interessato lo trovi seguendo questo link.

Cattedrale di Noto

Cattedrale di Noto (SR).


Sulle formazioni carbonatiche è diffuso il carsismo: inghiottitoi e grotte, doline, solchi e vaschette di corrosione... Sugli Iblei si trovano alcune delle più interessanti cavità sotterranee della Sicilia. Citerò solo quelle più importanti: la Grotta Monello, con fantastiche concrezioni, il Complesso Speleologico Villasmundo-Alfio, caratterizzato da un lago e due fiumi sotterranei perenni e da un corso d'acqua temporaneo, la Grotta Palombara. Questi tre siti carsici sono stati tutelati grazie all'istituzione di altrettante Riserve Naturali Integrali.

Monte Lauro è il rilievo più alto (986 metri sul livello del mare). E' di natura vulcanica e dalle sue pendici hanno origine molti dei più importanti fiumi dell'area iblea. Il più importante è l'Anapo.

Sugli Iblei anche le profondità della terra nascondono meraviglie per il naturalista. Miniere di roccia asfaltica (detta "pietra pece") a Ragusa, giacimenti di petrolio e fosfati (Ragusa), litantrace (a Noto vi era una miniera, oggi non più esistente), zolfo (pare che a Licodia Eubea vi fosse qualche miniera). Il gesso, anche cristallino, è molto diffuso.

Nelle zone vulcaniche si rinvengono numerose specie minerali, mentre gli strati sedimentari regalano splendidi fossili.


I fiumi, le Cave e i laghi

Sugli Iblei le acque sono abbondanti, infatti ci sono molti fiumi e tantissime sorgenti. La maggior parte di queste acque viene intercettata per garantire le forniture idriche alle città e alle industrie (polo petrolchimico di Siracusa e petrolchimico di Gela). In questo modo i fiumi rimangono spesso asciutti!


Fiume Anapo

L'Anapo era detto anche Fiume Invisibile perché lungo il suo percorso si ingrotta sparendo alla vista, per poi riapparire più a valle. Sfocia nel famoso Porto Grande di Siracusa. La sua foce è adiacente a quella di un altro fiume, piccolissimo ma importantissimo: il Ciane (un tempo le due foci erano unite). Il Fiume Ciane era famoso tra i naturalisti di tutto il mondo perché sulle sue rive cresceva rigoglioso il papiro, con cui si faceva (e si continua a fare) la carta di papiro. Oggi il papiro è ancora presente ma, purtroppo, il fiume è in totale stato di abbandono!

Ritornando all'Anapo non possiamo dimenticare che esso lungo il suo corso attraversa la Valle che porta il suo nome, la Valle dell'Anapo. Qui si trova la preistorica necropoli rupestre di Pantalica: un luogo affascinante, misterioso e magico. Ma ne parleremo dopo.

Altri fiumi che nascono dalle pendici di Monte Lauro sono l'Irminio, che sfocia tra Marina di Ragusa e Donnalucata e il Vizzini che, unendosi all'Amerillo, origina il Fiume Acate (o Dirillo), che sfocia nel Golfo di Gela.
Altri corsi d'acqua degli Iblei sono il Tellaro, il Cassibile, il San Leonardo, solo per limitarmi ai maggiori.

Molti dei corsi d'acqua iblei scorrono all'interno di canyon, piccoli o grandi, tortuosi e profondi, che localmente sono chiamati "cave".
La genesi delle cave si deve all'azione combinata dei sollevamenti tettonici e dello scorrere delle acque lungo le numerose faglie che costellano l'area iblea. Ogni cava rappresenta un ambiente di straordinaria biodiversità e bellezza.
Le cave maggiori sono: Cavagrande del Cassibile, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande, Cava d'Ispica, ma le altre non sono né meno belle né meno importanti sotto il profilo naturalistico.
Sulle pareti rocciose delle cave in epoca preistorica sono sorti insediamenti rupestri. Oggi rimangono necropoli e abitazioni scavate nella roccia. In certe cave le necropoli sono costituite da migliaia di loculi che formano come immensi alveari di pietra. Pantalica è l'insieme di necropoli più vasto d'Europa (più di 5000 tombe).

Torrente Calcinara

Torrente Calcinara, nella Riserva Naturale della Valle dell'Anapo.

Pantalica

Tombe nella Necropoli di Pantalica.

Valle dell'Anapo

Il tracciato dell'ex ferrovia, nella Valle dell'Anapo.


I laghi esistenti nel territorio ibleo sono artificiali e sono stati realizzati per usi civili, industriali e agricoli o per produrre energia elettrica. I maggiori sono il Lago di Santa Rosalia, il Biviere di Lentini, il Lago Dirillo, etc.
Un tempo esisteva anche un laghetto di origine vulcanica sulla cui superficie gorgogliava anidride carbonica mista a metano. Era la Mofeta dei Palici, o Lago di Naftia. Malgrado fosse un importante sito geologico e archeologico, negli anni passati è stato letteralmente "coperto" da orrendi serbatoi che raccolgono l'anidride carbonica per scopi industriali! La Mofeta dei Palici si trova nei pressi di Palagonia.


Le coste e gli stagni costieri

Lungo la costa si alternano spiagge sabbiose e scogliere. Le acque sono limpide e cristalline. Intorno al promontorio del Plemmirio (Penisola della Maddalena che, appena a Sud di Siracusa, chiude il Porto Grande), è stata istituita l'omonima Area Marina Protetta.
Sulla Penisola della Maddalena si trovano falesie molto alte. Su una di queste, in corrispondenza del Capo Murro di Porco vi è un Faro molto bello, meta di moltissimi fotografi. Sempre al Plemmirio vi sono numerose cavità carsiche, la più famosa e importante delle quali è la Grotta Pellegrina (Pillirina).

Capo Murro di Porco

Capo Murro di Porco e il suo faro.


Tramonto a Siracusa

Inoltre, fin dall'antichità i tramonti sul Porto Grande di Siracusa, a cui si può assistere dall'Isola di Ortigia, sono considerati i più belli del mondo e le fotografie riescono a dare solamente una mezza idea della loro struggente bellezza. Provare per credere.

Come ho già anticipato, la parte meridionale del territorio è caratterizzata dalla presenza di stagni costieri. Ciò è dovuto al fatto che i litorali sono bassi e sabbiosi. I pantani sono davvero tanti. Un tempo erano utilizzati come saline, per la produzione del sale, anche al servizio delle tonnare. Oggi i pantani costieri rappresentano importanti luoghi di sosta e di svernamento per l'avifauna migratoria.

Vendicari, vicino Noto, Morghella, nei pressi del borgo marinaro di Marzamemi, i Pantani Costieri della Sicilia Sud-Orientale, tra Portopalo di Capo Passero e Pozzallo, per finire al grande Biviere di Gela. Questi sono solo gli stagni principali!

A voler esser precisi, occorre dire che anche più a Nord, lungo il litorale ionico ibleo, troviamo pantani costieri. Nei pressi di Lentini era famoso il Biviere, oggi ricostruito con argini artificiali dopo esser stato bonificato, ma numerosi sono gli stagni e gli acquitrini tra Lentini e la foce del Simeto; ad Augusta troviamo diverse saline, così come a Priolo. Grazie a Dio qui, a Priolo, nel bel mezzo di uno dei poli petrolchimici più grandi, inquinanti e pericolosi d'Europa, è stata istituita la Riserva Naturale Saline di Priolo, oasi importantissima nelle rotte migratorie dell'avifauna. Saline sono presenti anche a Siracusa, nei pressi della foce del Fiume Ciane. Le saline di Siracusa sono ricomprese nell'area della Riserva Naturale Fiume Ciane e Saline di Siracusa, tuttavia la Riserva è ormai da tempo abbandonata al degrado e all'incuria!




Fenicotteri nel Pantano Baronello

Fenicotteri rosa nel Pantano Baronello.

Pantano Longarini

Pantano Longarini.




Se vuoi approfondire la conoscenza dei Pantani Costieri della Sicilia Sud-orientale, puoi trovare utili informazioni seguendo questo link.


La vegetazione

La vegetazione del territorio ibleo è la tipica macchia mediterranea. Percorrendo le stradine di campagna, soprattutto in primavera, si è colpiti dai mille profumi delle piante aromatiche (mirto, origano, rosmarino, salvione...) e di milioni di fiori colorati.

Monte Lauro

Demanio forestale S. Maria, Monte Lauro.

Papiri del Fiume Ciane

Papiri del Fiume Ciane.


Tra i muretti a secco (magistrali quelli del ragusano) si ammirano ulivi, carrubi, mandorli... ma anche aranci e limoni (i più buoni del mondo). Dalle diverse varietà di olive si ricavano olii extravergini di straordinaria bontà. Con le mandorle si producono dolci famosi in tutto il mondo, mentre con le carrube si fanno sciroppi, caramelle, etc.

Nelle valli fluviali e nelle cave prosperano pioppi, querce, platani orientali... Numerose sono le aree boschive artificiali. Nel sottobosco dei boschi di pini e cipressi cominciano a crescere le stesse specie che un tempo ricoprivano vaste porzioni del territorio: lecci, roverelle, etc.


Questa è una semplice guida introduttiva sui Monti Iblei, mi fermo qui. Continuerò a parlare del territorio ibleo nelle altre pagine del sito. Intanto se questo articolo ti è piaciuto ti invito a condividerlo con i tuoi amici.



chi sono

L'autore:

Felice Placenti
Ingegnere Civile e Ambientale, dal 1999
Fotografo Naturalista e Paesaggista a Siracusa, dal 1985

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