Etna - Sentiero Piano Provenzana - Monte Nero - Rifugio Timparossa - Stelle degli Iblei

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Etna

Sentiero Piano Provenzana

Monte Nero - Rifugio Timparossa

Prima pubblicazione Giugno 2021 - © Felice Placenti
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Caratteristiche del percorso:

  • Lunghezza (andata e ritorno): circa 7 km
  • Difficoltà: medio/facile (dislivelli da superare, sentiero a tratti sdrucciolevole)
  • Durata media (andata e ritorno): mezza giornata

  • Quota di partenza: circa 1790 m s.l.m.
  • Quota massima raggiunta: circa 1930 m s.l.m. (ai piedi di Monte Nero)
  • Quota di arrivo: circa 1840 m s.l.m.
  • Dislivello massimo da superare: circa 140 m in salita


Attrezzatura consigliata:

  • Scarponcini da trekking
  • Bastoncini da trekking
  • Berretto
  • Crema solare, soprattutto nella bella stagione
  • Mantellina per la pioggia
  • Acqua da bere
  • Macchina fotografica
  • Abbigliamento adeguato alla stagione e alle condizioni meteo previste
  • Cartina topografica (eventualmente sullo smartphone)
  • Torcia (se si pensa di rientrare dopo il tramonto)

Si tratta di un sentiero che ho percorso diverse volte, spesso in solitaria, per la bellezza dell'ambiente e dei paesaggi.
E' un sentiero che affascina gli appassionati di natura, vulcanologia, fotografia e trekking, in quanto al piacere della camminata si affianca la possibilità di godere della bellezza di un ambiente straordinario, un vero e proprio laboratorio di scienze naturali in cui è possibile cogliere il potenziale distruttivo di uno dei vulcani più importanti del pianeta e, al tempo stesso, il meraviglioso potere di rinascita della natura attraverso le piante pioniere.

L'argomento ti incuriosisce? Sei pronto? Allora mettiti comodo e leggi questo articolo nel quale ti parlo del sentiero e di quello che potrai ammirare se deciderai di percorrerlo.


Piano Provenzana

Il sentiero ha inizio a Piano Provenzana (circa 1800 m s.l.m.), la stazione sciistica del versante settentrionale dell'Etna. Alla fine del 2002 l'area è stata letteralmente distrutta dalle eruzioni che diedero luogo anche al tristemente famoso Terremoto di Santa Venerina!
Oggi Piano Provenzana risulta ricostruita, ma le attività economiche e commerciali stentano a riprendersi... motivo in più per andarci e aiutarle nella ripresa!

Piano Provenzana si raggiunge da Linguaglossa o da Milo (passando dalla frazione di Fornazzo), percorrendo la Strada Regionale Mareneve.

Nei pressi del parcheggio (attenti: potrebbe essere a pagamento) vi è uno spiazzo da cui parte uno sterrato che conduce ai Pizzi Deneri, dove c'è l'osservatorio vulcanologico. Lo sterrato è percorribile a piedi: si deve superare la sbarra che è chiusa poiché l'accesso ai mezzi motorizzati è consentito solo a chi è autorizzato.



Lo sterrato per i Pizzi Deneri

Superata la sbarra, il sentiero inizia quasi subito a salire e puoi già constatare la distruzione operata dal Vulcano: alla sinistra dello sterrato si vedono, infatti, i resti di uno degli hotel seppelliti dalla lava. Qui lo sterrato attraversa anche ciò che rimane di un bosco di pini larici e la salita si fa un po' più impegnativa. Giunti in alto, sopra Piano Provenzana, il panorama diventa sublime.

A circa 1 km dalla sbarra, 100 m più in alto, si incontra sulla destra un segnale in legno che indica il sentiero per Monte Nero - Rifugio Timparossa. Il sentiero attraversa le lave del 2002 e ancora le scorie luccicanti risuonano con suono metallico sotto gli scarponcini.


sterrato per pizzi deneri
Sterrato che conduce ai Pizzi Deneri e all'Osservatorio Vulcanologico.
Qui proprio sopra Piano Provenzana.


segnaletica per monte nero
Segnaletica per il sentiero che conduce a Monte Nero.




Il sentiero per Monte Nero

La prima parte del sentiero deve essere percorsa con una certa prudenza poiché le scorie sono incoerenti e le rocce sono appuntite e taglienti! Mai come in questo caso è raccomandato di indossare necessariamente scarponcini robusti (qui un articolo) e, preferibilmente, pantaloni lunghi. Un paio di bastoncini da trekking può essere utile per affrontare con maggiore sicurezza questo e altri tratti particolarmente pericolosi in caso di caduta.

L'attraversamento della colata ti può dare una idea della quantità di lava emessa dall'Etna durante l'eruzione.

Il sentiero conduce a una sorta di pianura. E' una bella sorpresa: la pianura è cosparsa di cenere vulcanica e lapilli su cui crescono cuscini di saponaria dai vistosi fiorellini color fucsia. Davanti si mostra in tutta la sua maestosità Monte Nero. Alla base del cratere, invece, una fila di piccolissimi coni vulcanici. E' la bottoniera dell'eruzione del 1911 (spesso sulle carte e sulle pubblicazioni è indicata come eruzione del 1923), in cui si osservano bocche eruttive e hornitos. La bottoniera è circondata dalle lave del 1923.

Il sentiero conduce proprio alla bottoniera. Per essere più precisi conduce all'Abisso di Monte Nero che rappresenta l'ingresso inferiore di un complesso sistema di cavità sotterranee (pare che siano le più lunghe e profonde dell'Etna). L'ingresso superiore è detto Abisso Profondo Lavico e dovrebbe trovarsi più a ovest (non l'ho mai cercato). Le cavità sotterranee sono originate dal congiungimento di due diverse fratture eruttive allineate e si sviluppano a diverse profondità.

Avvicinandoti all'Abisso dovrai stare attento a non scivolarvi dentro. Gli speleologi che lo hanno esplorato e studiato dicono che sia molto profondo! Da qui inizia l'allineamento di bocche eruttive. Il sentiero si inerpica sulla prima e prosegue lungo la cresta. Percorrendolo puoi ammirare diverse cavità. Ad un certo punto del sentiero si svolta a sinistra, verso la mole di Monte Nero. Il sentiero scende dalla bottoniera, passa vicino a un piccolo bosco, quindi risale su un'altura. A questo punto si è proprio alla base di Monte Nero.

sentiero per monte nero
Sentiero che conduce a Monte Nero (sullo sfondo).

abisso di monte nero
Abisso di Monte Nero.

bocche della bottoniera
Hornitos e bocche eruttive della bottoniera del 1911.
Sullo sfondo i Monti Peloritani, il Mar Ionio e la Calabria.



Monte Nero

Monte Nero è uno dei tanti coni avventizi dell'Etna. Si è formato con l'eruzione del 1646/'47, le cui colate laviche raggiunsero i paesi di Linguaglossa e Randazzo. Ha una forma ellittica con asse maggiore orientato in direzione nord/est - sud/ovest e dimensioni di circa 700 x 500 m. Raggiunge un'altitudine media di circa 2050 m s.l.m. Sul territorio circostante si innalza di 50 ÷ 100 m, a seconda del versante.

Una delle caratteristiche di questo cono vulcanico è quella di essere svasato, cioè aperto, verso nord/est. Sul terreno di fronte alla svasatura si apre una profonda spaccatura. Il sentiero interseca questa spaccatura e, poco distante, all'interno della stessa vi è la cosiddetta Grotta delle Femmine di Monte Nero.

monte nero
Monte Nero e la svasatura di nord/est.

saponaria
Cuscino di saponaria. Sullo sfondo i Monti Peloritani.

saponaria
Cuscino di saponaria.


Dalla base di Monte Nero si gode un panorama di straordinaria bellezza. Alle quote più basse, l'Etna appare ammantata di boschi. Si tratta della Pineta Ragabo (o "di Linguaglossa"), verso nord/est, e della Faggeta Timparossa, verso nord. Gli ultimi lembi della pineta raggiungono la zona di Monte Nero e rappresentano porzioni del vasto bosco risparmiate dalle colate laviche. Fanno da sfondo i Monti Peloritani e la costa ionica, Taormina e Castelmola, Novara di Sicilia con la sua inconfondibile e altissima Rocca. Più a ovest si vedono i Monti Nebrodi. Proprio in basso, invece, appaiono la Valle del Fiume Alcantara, Linguaglossa e le tante frazioni.



Se ti piace la fotografia puoi leggere un mio Reportage fotografico: Boschi dell'Etna.
Il reportage parla della Pineta di Linguaglossa e della Faggeta Timparossa.



Tutta la zona è cosparsa di cenere nera e lapilli rossicci. Qua e là affiorano conetti e ammassi rocciosi, cuscini di saponaria e piccoli e grandi esemplari di pino laricio.

Dall'altro lato del Monte la vista spazia dai crateri del 2002 ai crateri sommitali.

Una sosta in questa zona dell'Etna, in un ambiente così bello e interessante, e con un panorama mozzafiato, costituisce nutrimento per lo spirito. Personalmente consiglio di programmare una sosta prolungata proprio in questa parte del percorso. In primavera e in estate, giorni feriali, il sentiero è percorso da pochissimi escursionisti. A volte non ho incontrato anima viva! Questa "solitudine" amplifica il senso di lontananza dalla civiltà. L'assenza di rumori umani e la sensazione di tranquillità che si respira non fanno che rendere ancora più spirituale questa esperienza e la arricchiscono di emozioni.

monte nero
Monte Nero. A sinistra si riconoscono le pendici della Serra delle Concazze (in alto i Pizzi Deneri) e,
più in basso, Monte Frumento delle Concazze.

veduta da monte nero
Costa ionica vista dalle pendici di Monte Nero.
Pineta di Linguaglossa e bottoniera.

bottoniera
Ai piedi di Monte nero. Una parte della bottoniera del 1911.

ai piedi di monte nero
Lembi della Pineta di Linguaglossa e Mar Ionio sullo sfondo.

colata
Vecchia colata tra i pini larici.

spaccatura alla base di monte nero
Spaccatura alla base di Monte Nero.



Il sentiero per il Rifugio Timparossa

Il sentiero scavalca le pendici nord/est di Monte Nero e prosegue in discesa, in direzione nord/ovest, verso la Faggeta Timparossa, ove si trova l'omonimo rifugio.
Superato Monte Nero, il panorama si apre su un territorio più brullo, cosparso di massi, coni vulcanici, colate laviche, bottoniere e crepacci. Saltano subito agli occhi le bocche eruttive della bottoniera del 1879 e, un po' più in alto (più a ovest rispetto a Monte Nero) il Monte Timpa Rossa, lambito dal bosco Timparossa.

Il sentiero scende per poi arrampicarsi sul fianco della maggiore delle bocche del 1879. In questo tratto il sentiero procede a mezzacosta. E' un tratto in cui bisogna stare attenti in quanto il sentiero è stretto e sdrucciolevole (i bastoncini da trekking fanno comodo).

sentiero a mezzacosta
Percorrendo il sentiero a mezzacosta.


Superato questo tratto, il sentiero riprende a scendere in direzione della faggeta. Si attraversa il paesaggio brullo e si giunge al bosco.

bosco timparossa
I faggi del Bosco Timparossa si mescolano ai pini larici,
a quote leggermente più basse del Rifugio Timparossa.




La Faggeta Timparossa e il Rifugio

Eccoti finalmente arrivato alla faggeta. In autunno puoi godere dello spettacolo del foliage, quando i faggi si tingono di giallo, arancione e rosso.
Entrato nella faggeta arrivi quasi subito al rifugio.

Il Timparossa è un piccolo e ospitale rifugio in legno, dove è possibile anche pernottare. Intorno al rifugio vi è un'area attrezzata. Si tratta di una meta escursionistica molto frequentata, spesso affollata. La si può raggiungere anche dalla Pista Altomontana, partendo dal piazzale del Rifugio Brunek e del Rifugio Ragabo, attraversando la Pineta Ragabo. Solitamente la maggior parte della gente raggiunge il rifugio dalla Pista Altomontana.

Non sono mai riuscito a scattare delle foto al rifugio in quanto l'ho trovato sempre affollato di persone e non amo fotografare la gente! Quindi ti dovrai accontentare delle foto che trovi su Internet!


panorama
Panorama sulla Serra delle Concazze e sui Crateri Terminali.



Puoi anche leggere il Reportage fotografico Etna, emozioni tra i paesaggi,
che parla proprio di un'escursione lungo questo sentiero.

chi sono

L'autore:

Felice Placenti
Ingegnere Civile e Ambientale, dal 1999
Fotografo Naturalista e Paesaggista a Siracusa, dal 1985

Se sei appassionato di fotografia, visita il mio sito:



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