L'Arancio, dolce e amaro - Stelle degli Iblei

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L'Arancio, dolce e amaro



Prima pubblicazione Giugno 2012 - © Giada Scarnato
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E' un elegante alberello da tutti conosciuto per la dolcezza dei suoi frutti e il delicato profumo dei suoi fiori bianchi.
Entrambe le varietà sono originarie dell'Asia (sud orientale) ma, mentre l'arancio amaro è stato introdotto nell'Italia meridionale, probabilmente, dai crociati, l'arancio dolce vi fu introdotto dagli Arabi.
Oggi l'albero delle arance è diffuso specialmente in Sicilia e se ne utilizzano entrambe le varietà sia in fitoterapia sia in gastronomia.
Anticamente l'arancio, considerato come albero dell'abbondanza perché dà frutti e fiori contemporaneamente, era tenuto in gran conto dai nobili in quanto i suoi frutti erano riservati solo alle loro tavole.
L'arancio dolce è anche oggi considerato una delle piante fruttifere più preziose visto il largo uso che se ne fa: dal consumo dei suoi deliziosi e aromatici frutti alle essenze prodotte per pasticceria (acqua di fiori d'arancio) e profumeria.

In cucina l'arancio dolce è ottimo consumato in spremute, insalate, marmellate (anche con le arance amare), liquori ed altro ancora, previo accertamento che i suoi frutti non siano stati trattati con insetticidi!

A scopo terapeutico, invece, dell'arancio dolce si utilizzano i frutti (maturi) mentre dell'arancio amaro si utilizzano le bucce dei frutti, le foglie (fatte seccare all'aria e al sole), la corteccia e i fiori, raccolti prima dell'apertura, in giornate asciutte e fatti seccare in appositi graticci. Foglie e bucce si conservano in sacchetti di carta al riparo della luce, i fiori si conservano in vasetti di vetro ermeticamente chiusi.
I principi attivi contenuti nell'arancio lo indicano come pianta ad azione calmante sul sistema nervoso e leggermente ipnotizzante; viene prescritto contro il singhiozzo, il vomito, il cardiopalma e l'insonnia. I suoi frutti, ricchi di vitamine C, A, PP, B ed E, sono consigliati a coloro che soffrono di scorbuto, avitaminosi, di fragilità capillare, ai convalescenti, contro le disfunzioni epatiche, come vermifugo e antisclerotico. In particolare l'infuso di fiori di arancio amaro giova ai sofferenti di nervosismo, di emicrania, di insonnia (anche dei bambini); grazie alle sue virtù cardiotoniche, eupeptiche e digestive con l'arancio amaro si prepara anche un buon tè, utile come calmante nei dolori di stomaco. Inoltre la vitamina C presente nei frutti dell'arancio dolce lo rende adatto come integratore alimentare per i bambini in età dello sviluppo, favorendone l'assimilazione di calcio e fosforo.
In cosmesi la polpa schiacciata dei frutti di arancio e applicata sul viso è un eccellente antirughe mentre il succo dei frutti dell'arancio amaro, salato e applicato sulla pelle, aiuta ad attenuare le lentiggini.

L'albero dell'arancio, la cui altezza può variare dai 50 cm ai 5 m, ha un notevole interesse decorativo sia per la bellezza di fiori e foglie sia per quella dei suoi frutti. Per tal motivo alcuni bouquets da sposa vengono preparati proprio con i tralci fioriti dell'arancio.

L'arancio, così come tutti gli agrumi, può essere coltivato anche in grandi vasi, con terriccio adatto e particolare attenzione agli attacchi crittogamici e parassitari. Si ricordi, però, che nelle regioni fredde, d'inverno, è preferibile ritirare gli agrumi in "arancera" o in locale luminoso per evitare che vengano colpiti dal gelo.

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