La Verbena - Stelle degli Iblei

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La Verbena




Prima pubblicazione Luglio 2014 - © Giada Scarnato
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E' una pianta annuale o perenne a seconda della specie, profumata (Verbena officinalis), comunissima tra i ruderi, nei campi incolti, nei boschi e lungo le strade di tutta l'Europa meridionale e dell'Egitto. Possiede una piccola radice, foglie divise in tre foglioline e fiori piccoli di colore lilla, rosa o viola chiaro raggruppati in lunghe e sottili pannocchie. La fioritura avviene da Maggio a Settembre e la pianta può superare il mezzo metro di altezza.

Nell'antica Roma era ben conosciuta e utilizzata sia per suggellare i patti (come giuramento) sia come filtro d'amore. Nell'antico Egitto, invece, era una pianta sacra alla dea Iside e la sia bruciava per entrare in trance mistica con la dea. Inoltre, nel Medioevo, era una pianta che stava alla base della realizzazione di filtri e fatture di ogni tipo. Il popolo l'ha considerata sempre un'erba magica in grado di neutralizzare sortilegi e filtri d'amore se colta nella notte di S. Giovanni (24 Giugno). Ed ancora oggi la verbena è ritenuta un portafortuna tant'è che vige l'usanza, nelle campagne di molte regioni italiane, di raccoglierla in mazzetti verso la fine di Luglio e appenderla alle porte dei fienili per tener, così, lontani i temporali che potrebbero causar danni al raccolto.

Usata sin dall'antichità anche come erba medicinale, la scienza moderna ha, oggi, confermato molte delle sue virtù tra le quali quella di stimolare le contrazioni dell'utero.
A scopo terapeutico si utilizza l'intera pianta, avendo l'accortezza di raccoglierla (foglie, radici e fiori) prima della fioritura o a fioritura appena iniziata: la si fa essiccare in un luogo asciutto, ventilato e all'ombra in modo tale da poterla ben conservare, anche a lungo.
I suoi princìpi attivi la rendono un buon analgesico, un astringente, un febbrifugo, un buon digestivo, un galattoforo, un antinevralgico e un ricostituente (il vino di verbena è antianemico). L'infuso è utilizzato contro le nevralgie, i dolori reumatici e la sciatica mentre si preferisce il decotto di foglie e radici (le radici rendono il decotto più energico) per i calcoli renali, per l'insufficienza epatica, per l'idropisia e per la tosse. In particolare risultano utili gargarismi e sciacqui per le varie affezioni del cavo orale mentre per lombaggini, nevralgie, sinoviti, per la milza ingrossata a causa di febbre malarica, per i dolori articolari e reumatici risultano utili i cataplasmi di foglie. Infine la polvere di verbena è particolarmente indicata per sciogliere i calcoli renali e della cistifellea.

A parte qualche liquore casalingo la verbena non è utilizzata in gastronomia ma in cosmetica sono molto efficaci i cataplasmi di foglie per la cellulite, l'infuso dei fiori applicato sugli occhi per decongestionarli e l'infuso di radice come coadiuvante nelle diete dimagranti.

La verbena può essere coltivata in vaso e nel terreno, si presta per realizzare bordure o tappeti fioriti (la varietà verbena pulchella). Non resiste a inverni rigidi prediligendo posizioni al sole, un clima temperato e un terreno soffice senza ristagni d'acqua.
Si moltiplica per seme e, nelle specie perenni, pure per divisione.


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